Guerra tv sull’asse Berlusconi-Murdoch
Di Egizio Trombetta - Per una volta tanto mi ero trovato d’accordo con Berlusconi. “Un grande” mi sono detto quando la settimana scorsa accennò al detto del gatto che non si deve mordere la coda, e poi ancora al celebre “circolo vizioso”…eccetera eccetera. Ricordate? Non si deve aver paura di consumare, si deve incoraggiare le imprese… altrimenti non se ne esce più. E poi che succede? Che l’attuale governo si sta comportando come il più incallito dei governi di sinistra… C’è chi ha nostalgia del “moderato” Bertinotti?
30.11.2008. (Aldo Fontanarosa) - Una sola riga nel decreto anti-crisi. Quindici parole. Ma per Sky un danno potenziale di decine e decine di milioni: l' emittente di Rupert Murdoch rischia adesso un serio ridimensionamento dei suoi utili per mano del governo Berlusconi. Fino ad oggi, Sky poteva applicare ai suoi abbonati un' Iva ridotta al 10 percento. Ora, con l' articolo 31 del decreto di ieri, il governo cancella questa possibilità e porta l' Iva al 20, di colpo. La nuova Iva al 20 Chi invece ne paga 26 per Mondo Sky arriverebbe a 28,08. Gli altri pacchetti, a cascata, passerebbero da 39 a 42,12 euro; e da 51 a 55,08. Per il pacchetto più costoso (Mondo, Cinema, Sport, Calcio), si arriverebbe ad una rata mensile di 68.04 euro. La raffica di aumenti porterebbe tanti italiani, in un momento di crisi, a disdire il loro contratto. Seconda ipotesi, invece. Sky non ribalta l' aumento dell' Iva sui clienti e se ne fa carico. L' effetto sul risultato operativo - pari a 419 milioni di dollari nel bilancio chiuso al 30 giugno - sarebbe importante. Gli utili insomma si prosciugherebbero. Sky Italia avrebbe infine una terza strada. Potrebbe spostare la sua sede sociale in Inghilterra (dove l' Iva sui servizi televisivi a pagamento è stata appena ridotta dal 17,5 percento al 15). A quel punto, la società di Murdoch - pur irradiando i suoi programmi verso l' Italia - potrebbe sottostare all' Iva inglese, e non più alla nostra. Ma questa terza possibilità sembra preclusa da un altro comma del decreto anti-crisi di Berlusconi. Stabilisce che un' emittente a pagamento deve pagare l' Iva laddove i suoi programmi arrivano (l' Italia) e non certo nella nazione che li trasmette (l' Inghilterra). E Mediaset? Anche il gruppo milanese, fino ad oggi, applicava l' Iva ridotta al 10 percento agli abbonati del digitale terrestre. Non è chiaro se potesse farlo (usa una tecnologia diversa dal cavo e dal satellite, menzionate dalla norma). Ora - attraverso un portavoce - Mediadet dice in ogni caso che «la stangata dell' Iva maggiorata al 20 prende in pieno anche noi. Siamo penalizzati. Peraltro in una fase di lancio della formula per abbonamento». Certo, Mediaset ha in pancia delle migliaia di clienti per la nuova formula Easy Pay. Mentre Sky ha 4 milioni 600 mila abbonati: dunque subirà l' impatto maggiore. Oltre all' Iva, Sky e le altre emittenti devono fare i conti anche con la pornotax, che porterà via il 25 percento degli utili. Dunque qualche milione di euro per la pay-tv di Murdoch. Che infatti protesta. Ieri un manager Sky Italia (il vicepresidente Andrea Scrosati), in serata, ha varcato la soglia di Palazzo Chigi. - ALDO FONTANAROSA
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