“Caravaggio suonava”

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di Egizio Trombetta – intervista a Rosario Cicero (musicista) e Daniele Valmaggi (attore), ascoltati pochi minuti prima della loro performance “Il Suono di Caravaggio” (insieme a Simone Colavecchi - tiorba e Antonio Del Sordo - percussioni) all’Oratorio di S.Francesco Saverio detto del Caravita lo scorso 28 aprile. Transcript a cura di Agnieszka Kirkiewicz. Articolo realizzato n collaborazione di Caravaggio400.org e Caravaggio Pittore Maledetto.

      

 12.05.2010. Caravaggio suonava: è quanto ha dichiarato Daniele Valmaggi – a seguito di un’analisi dell’inventario delle “robe” di Caravaggio -  intervistato insieme a Rosario Cicero pochi minuti prima della loro performance all’Oratorio di S.Francesco Saverio detto del Caravita lo scorso 28 aprile 2010. Coloro che hanno avuto la possibilità di assistere dal vivo all’esibizione (era tutto esaurito da giorni N.d.r.) sono stati sublimati per circa due ore. Pura delizia musicale. Basta osservare e ascoltare i brevi passaggi del concerto proposti nel video che introduce l’intervista. Cicero & Co propone musica di forte matrice etnica. Come ci spiegherà lo stesso Cicero la musica seicentesca risente dell’innovazione linguistica dell’avvento monodico, ma soprattutto è influenzata dalla cultura musicale spagnola e da quella proveniente dal “nuovo mondo”: le Americhe. Le varie esecuzioni melodiche si susseguono insieme a frammenti letterari di Marino, Artale, Bellori,

Campanella, Tosti, Borromeo, Susinno, Caravaggio, De’Cavalieri, Bruno e Chiabrera.  L’evento organizzato da Athena arte eventi presso l’Oratorio S.Francesco Saverio detto del Caravita si ripeterà a fine maggio prossimo presso il cortile del palazzo dove risiedeva il Cardinale del Monte, che fu anche dimora dello stesso Caravaggio: Palazzo Firenze.

Daniele Valmaggi, ho sentito recitarle alcuni testi del Baglione, sbaglio? Valmaggi: No, non sbaglia, Rosario Cicero ha fatto una ricerca molto accurata. Ne vogliamo parlare Rosario? Cicero: “Si, e’ stata una ricerca, in occasione del quarto centenario della morte del pittore. Da tempo che lavoravamo su questo repertorio che per certi aspetti ha delle similitudini direi espressive con il lavoro di Caravaggio. Il materiale è stato prelevato per preparare questi testi in una forma direi di relazione ritmica melodica e armonica con le 

musiche per creare questa forma di spettacolo, direi particolare. Le musiche proposte hanno una forte origine popolare, sono state poi stilizzate dal mondo colto. Hanno quindi subito un processo di acculturazione per certi aspetti più ampio rispetto a quello di Caravaggio, che ha saputo sintetizzare e sublimare in un arco brevissimo di tempo una grande forma d’arte. Le musiche nel corso del seicento hanno avuto invece un processo di trasformazione molto più lungo.

Inizialmente pensavo di trovare nel concerto le musiche proposte nei quadri del Caravaggio, invece no. Con quale criterio avete scelto queste musiche?

Cicero: Le musiche sono state scelte alla base alla loro forte relazione con il popolare. E’ un genere popolare stilizzato. C’è stato dunque un percorso di stilizzazione dal popolare al colto, in questo modo abbiamo realizzato un parallelo con l’operazione culturale di Caravaggio. I testi, invece,  sono stati scelti dalle biografie dell’epoca, citazioni di critiche, atti del processo, ma anche brani di poeti e letterati coevi. Abbiamo cerato una sorta del percorso immaginario che potrebbe essere stato per noi un percorso artistico ed espressivo del Pittore, chiaramente con le musiche  che si relazionano e creano questa atmosfere.

 Voi, se non sbaglio, tentate anche di descrivere il rapporto che ci poteva essere nella Roma del seicento  fra pittura, arte, letteratura e musica, no?Cicero: Certo. Nel ambiente romano e anche napoletano che Caravaggio frequentava c’erano anche molte persone spagnole e persone ebree. Gli spagnoli hanno portato praticamente anche musiche d’oltre oceano, dal nuovo mondo, dalle Americhe. Come ad esempio da danza della Ciaccona e la Sarabanda. Queste musiche erano nel principio dei ritmi di danza, avevano in un certo senso una doppia vita: nelle taverne e nelle coorti.

Valmaggi:  Una cosa che volevo dire è che lo spettacolo si apre con l’inventario delle robe di Caravaggio. E’ stata trovata una chitarra barocca ed è l’inizio dello spettacolo. Questo spettacolo è focalizzato soprattutto sul suono. Nell’evocazione, non sono tanto indicativi i testi ed il percorso, ma sono dei flash, dei frammenti che finalizzati a far rievocare le informazioni che lo spettatore dovrebbe già avere.

 Ma Caravaggio suonava?

Valmaggi: E questa scoperta del suo suono, perché lui aveva una chitarra? Lui suonava! Nell’inventario c’era una chitarra, proprio quella che suona Rosario Cicero. Suonava stornelli romani per i vicoli di Roma. Ecco la scoperta, perche dunque la scelta del titolo il suono di Caravaggio? Perche lui suonava!

 Che tipo dei strumenti c’erano nell’epoca del Caravaggio oltre alla chitarra barocca?

Cicero: il Liuto, spesso dipinto dallo stesso Caravaggio e la Tiorba. Con la nascita della melodia accompagnata la Tiorba, con l’aggiunta di corde basse che era uno strumento utilizzato per l’accompagnamento, il cosiddetto basso continuo dell’epoca. Fu uno strumento che per certi versi soppiantò la vecchia musica polifonica. Ci troviamo nel passaggio tra polifonia e monodia. Sono gli anni molto importanti per il linguaggio musicale.

 Quindi come definirebbe queste musicalità?

Cicero: Prima di tutto c’è questa musica ha forte matrice etnica, è influenzata anche dagli spagnoli e risente dell’innovazione linguistica dell’avvento monodico. Nasce l’accordo, che acquisisce un’identità autonoma. Fino al cinquecento imperava la polifonia, quindi più voce sovrapposte. Nel seicento si stacca una linea melodica e le altre voci vanno a diventare un’armonia. La tiorba e la chitarra diventano dunque strumenti di accompagnamento. Sull’accordo si basano questi ritmi di danza che acquistano una loro identità, in gergo li si classifica come ground armonici su cui si costruisce un repertorio. Si può dire dunque che si tratta di una musica di matrice popolare costruita su ritmi armonici di danza e si sviluppa con le variazioni ed elaborazioni degli strumentisti dell’epoca”

 Valmaggi come si è preparato per recitare questo tipo di testi?

Valmaggi: non sottolineo niente di indicativo bensì di evocativo. Sono piccoli frammenti che possano far evocare questa vita maledetta del grande artista, che ne ha subite e ne ha fatte di tutti colori. Sottolineo il connubio fra arte e delinquenza.

 Ci saranno repliche di questo spettacolo? Valmaggi: a fine Maggio replicheremo nel cortile di Palazzo Firenze, sarà uno spettacolo molto particolare.

 

Commenti
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Simone Colavecchi  - Accrediti   |25-05-2010 07:59:48
Salve, potrebbe cortesemente accreditare anche gli altri due musicisti che hanno
partecipato all'esecuzione dello spettacolo e che compaiono anche nel video
senza essere menzionati o accreditati?

Simone Colavecchi - tiorba &
liuto
Antonio Del Sordo - percussioni

Come possiamo fare per avere la ripresa
del concerto?

Grazie, buon lavoro,

Simone Colavecchi
egizio  - risposta   |25-05-2010 08:12:51
si certo, me ne occuperò in giornata. Ci possiamo sentire per favore?
Contattatemi via mail egizio@egiziotrombetta.com - sia per il filmato sia
per il concerto di palazzo firenze. saluti. egizio
michele   |11-06-2010 09:07:25
Effettivamente, da statistico quale sono mi rimprovero di non aver fatto
"due più due": sapevo della chitarra registrata dall'inventario, e avevo
letto di sfuggita dei canti e schiamazzi notturni.. Mi fa piacere pensare che
con tutta probabilità anche il Merisi, come me!, strimpellasse la chitarra!
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