Intervista a Mario Bigetti Indagini sulla Cattura di Cristo collezione Sannini aa di Egizio Trombetta - 12.06.2010. Mario Bigetti è l’antiquario che nel 2003 acquistò la Cattura di Cristo collezione Sannini, un quadro per anni al centro di pareri discordanti e polemiche. Il dipinto e poi finito in custodia del Tribunale di Roma per una vicenda che spiegherà lo stesso Bigetti nell’intervista. Appena varcata la soglia del negozio Bigetti attacca subito a spiegarmi come stanno le cose, mi mostra dei dettagli “sconvolgenti” – come dice Bigetti. In effetti “vede, dietro il profilo di Caravaggio c’è un’altra figura?”. Mi faccio prendere dall’emozione, come mai non mi è successo in precedenza  | in circostanze analoghe. Forse mi faccio suggestionare, cerco di non darlo a vedere, resto lucido, anche perché c’è da andare avanti ancora a lungo. Non so come andrà a finire la vicenda di questa Cattura di Cristo (o Presa di Cristo nell’Orto), certo è che in cuor mio spero che si riesca a dimostrare per certo l’autenticità di questo quadro. Ora il primo obiettivo e che esca dal tribunale al più presto possibile e che il Bigetti possa disporre nuovamente del suo quadro a suo piacimento. Bigetti, ancor prima di iniziare l’intervista mi indica una sfilza di particolari. Come ad esempio quello della lampada. Quali sono le differenze col quadro di Dublino? Quali spiegazioni da Bigetti a queste differenze? Quale dipinto è stato fatto prima? Perché il quadro di Bigetti è più grande ed ha più particolari? Fra un dettaglio e l’altro Bigetti farcisce il racconto di aneddoti |
| e personaggi. L’antiquario romano è una vera forza della natura, menziona il Bellori e raffronta la descrizione dell’antico biografo con i dettaglio del suo meraviglioso quadro. “Questo è più istintivo rispetto a quello di Dublino”. E poi c’è la cicatrice sulla mano del Cristo… Ma non tutti sono d’accordo a riguardo, esprimo i miei dubbi, ma Bigetti, d’istinto, mi sbatte in faccia la foto che evidenziano quel particolare. Mi invita e osservare attentamente: come fare a dargli torto. “La cicatrice è incisa sulla tela dal Caravaggio in persona” - sostiene il Bigetti – “probabilmente apparteneva al modello. Denis Mahon sostiene che in pratica si tratta della sua firma”. “Il Bellori poi descrive una cornice negra rabescata in oro, come quella del mio quadro…”. In seguito l’antiquario romano
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scorre vicenda su vicenda sino a spiegarci come si arrivati a pagare 135.000 euro ai Sannini. Iniziano le indagini, entra in gioco la dottoressa Paoletti, quindi la professoressa Mina Gregori e infine Sir Denis Mahon. Personaggi e indizi non fanno che sperare bene, ma, improvvisamente, compare improvvisamente un altro personaggio… e il quadro finisce dai Carabinieri… Ma perché il quadro viene sequestrato? Quando ritornerà in possesso del Bigetti? E poi, si tratta realmente di un Caravaggio? Vi invito a seguire attentamente il video, fino alla fine…
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