Intervista a Tania Zamparo

Di Egizio Trombetta - 25.12.2010. Tania Zamparo, eletta Miss Italia nel 2000, poi anche attrice e conduttrice televisiva. Dall’agosto del 2008 è una delle conduttrici di Sky Sport 24, il canale di all news sportive di Sky Italia e dal novembre 2009 conduce il magazine di Rugby “Terzo Tempo”, in onda ogni domenica su Sky Sport 2.  Ripropongo sul blog la versione integrale dell’intervista, con la sequenza originale delle domande. L’intervista è stata pubblicata sul quotidiano Metro e su Ubitennis. Fra i temi trattati di si parla fra l’altro di: retroscena del concorso di Miss Italia, la vita difficile delle modelle, del percorso giornalistico di Tania, la sua fede biancazzurra, il quartiere di Tania: l’Appio Tuscolano, differenze sociali fra Roma e Milano, apparire o essere, le difficoltà che ha oggigiorno un uomo per conquistare una donna, le strategie di Sky sport, i sogni di Tania.

 Lei aveva sogni da bambina? “Sogni?”  Si, aveva dei sogni? “Né avevo tantissimi, come tutti i bambini, però non erano sogni costanti nel tempo. Magari un giorno sognavo di fare l’infermiera, un giorno sognavo di fare la giocatrice di pallavolo, un altro giorno sognavo di fare la modella per cui…”      E lei cosa si sente di consigliare ad una bambina che ha dei sogni? “Quello di capire quello che veramente vuole e poi trovare i mezzi per raggiungere il suo obiettivo. Tante ragazze sognano, vorrebbero, ma poi non fanno i passi giusti, non si preparano adeguatamente per arrivare a fare quello che vorrebbero”       Lei ha fatto anche modella, mi dicono non sia proprio una passeggiata fare quella vita,  “Si è vero, è dura, ma è anche un’esperienza di vita. Quando l’ho fatto io era un periodo diverso. Parliamo degli anni ’90 quando le modelle erano delle dive come Claudia Schiffer, Cindy Crawford,    
 Naomi Campbell, Eva Herzigova. Ora le modelle sono viste come le ragazzine magre e anoressiche che magari stentano ad arrivare a fine mese con quello che guadagnano facendo le modelle. Ecco in quel periodo non era così, ma è stato difficile per me trasferirmi dalla mia città a Milano e iniziare a lavorare per un’agenzia a Milano completamente da sola. E stata comunque una grande scuola di vita, era proprio quello che in quel momento in quella mia fase di crescita avevo bisogno di fare”      

Ma un po’ di supporto della famiglia ce l’ha avuto? “No, debbo dire di no, mia madre mi aiutò a trovare una casa alla Bocconi insieme ad  altre ragazze che studiavano li”  Mi risulta che in quel periodo, parlo intorno ai diciotto anni, avesse avuto anche dei problemi alimentari, è corretto? “Si era una fase un po’ delicata. No cominciato ad avere questi problemi che non erano tanto legati a quello che facevo ma a       

problematiche mie di socializzazione con gli altri, di sicurezze mie personali. Ho fatto un lavoro su me stessa che m’ha portata piano piano, anche con fatica, a capirmi di più e a cambiarmi a cercare di diventare quello che volevo. In sostanza era il rapporto con me stessa che non funzionava. Migliorando il rapporto con me stessa sono è sparito questo rapporto difficile che avevo con l’alimentazione. Ho curato alla radice il problema”

Lei è stata miss Italia, poi come attrice poi a Sky tg24. Ha colto le opportunità che le sono capitate? O avrebbe gradito fare un altro percorso? “Sono soddisfattissima di quello che sono riuscita a fare perché ho fatto tutto con le mie gambe e senza chiedere aiuti a nessuno. Questo penso che sia una grande soddisfazione personale. E’ stato molto importante il supporto della mia famiglia e del mio fidanzato che non mi hanno mai ostacolata. Nell’ambiente televisivo di oggi non c’erano tanti ruoli per cui mi sentivo tagliata. Di conseguenza riuscire a fare un percorso che ti porta a diventare una giornalista era la cosa che mi piaceva fare di più”

Io non ho avuto il tempo di guardare i dati di tutte, ma lei nell’ultimo decennio è la Miss eletta avendo l’età più avanzata.  Non sono un po’ troppo giovani le ultime elette come miss? “Si dai miei ricordi, l’unica eletta più grande di me negli ultimi trenta anni è stata Nadia Bengala, una ragazza molto bella, siciliana. Anche quando sono stata eletta io ci hanno pensato parecchio prima di eleggermi, non volevano che una ragazza fosse più grande. La miss Italia ideale era una ragazza di diciotto, diciannove anni. Ma allora dico: chiudete il concorso a vent’anni , non lo lasciate aperto alle ventisettenni ”

Ha pagato il fatto che lei ha sempre dimostrato meno anni? “Ah, grazie! Beh per questo debbo ringraziare la mia mamma. Non lo so se ha inciso”Può capitare che alcune miss che hanno qualche elemento fuori standard provino a nascondere questi elementi. Esempio Maria Perrusi, miss Italia 2009, dichiara di essere 182 cm… “Ah si, credo lei sia almeno un metro e ottantasei. Sicuramente ogni tanto qualcuno nasconde qualcosa. Magari qualcuna dice di essere più alta di quello che è o più bassa di quello che è. Io penso che se una ragazza è bella e piace, tre centimetri in più o in meno, una taglia in più di seno o una taglia in meno non sono queste le cose che fanno la differenza. Dicevano che Nicole Kidman era troppo alta, ma è diventata l’attrice più brava degli ultimi dieci anni”

Pensa che sarebbe stata eletta la Perrusi se la giuria avesse letto sulla scheda 186 cm? “Ma si, sicuramente… A Miss Italia non guardano ne misure né l’altezza.”

Ok, io non sono d’accordo, ma andiamo avanti. Parliamo di regioni. Lazio e Lombardia conducono con dieci elezioni per parte, poi la Sicilia e via via tutte le altre. Ma possibile che in certe regioni come Abbruzzo e Molise non ci siano proprio belle ragazze? Oppure conta il peso che ha la regione? “No, non credo conti il peso della regione, nel mio caso, ad esempio, ho partecipato come miss Marche e non sapevano che io fossi di Roma. Credo che conti invece la densità abitativa di una regione”

Lei ha studiato materie umanistiche, quindi posso azzardarmi a menzionarle il principio 80/20 di Vilfredo Pareto. Secondo questo principio, negli ultimi anni rispolverato anche da altri economisti, un’azienda dovrebbe concentrare il massimo dei suoi sforzi su quel venti per cento di prodotti che tirano maggiormente sul mercato. Così facendo ne avrebbe beneficio il business e l’economia dell’intera azienda e di riflesso anche il restante ottanta per cento dei suoi prodotti. Questa strategia ha, ovviamente, un prezzo facilmente intuibile: a subire le conseguenze in termini di investimenti sono il restante 80% dei prodotti. Ecco, secondo me, Sky, segue proprio questo principio sui prodotti di Sport, tanto è vero che in tanti sostengono che il canale Sky Sport 24 dovrebbe chiamarsi Sky Calcio 24… stesso discorso vale per le finestre di sport a Sky Tg 24. Cosa ne pensa? “Beh, sicuramente il calcio è predominante in Italia, non possiamo negarlo, è uno sport bellissimo, è uno sport che appassiona, è uno sport che ha tantissimi tifosi. Chi si abbona a Sky in alta percentuale si abbona proprio per il calcio, però c’è anche tanta gente che si abbona per qualche sport che abbiamo solo noi, come per esempio il Golf. Non sono un esperta di Marketing e non so esattamente quale sia la strategia di Sky, sicuramente di sono persone che studiano queste dinamiche commerciali e se adottano questa linea ci sarà un motivo”

Che impressione ha sullo spazio che Sky concede a sport come il tennis? “Ma dipende dai periodi e a seconda dell’evento sportivo del momento. Per esempio, se c’è Wimbledon il Tg parte con notizie relative a Wimbledon, se c’è la Ryder Cup di Golf, si apre con la Ryder Cup. Ora ci sarà il Sei Nazioni di Rugby e probabilmente avremo il primo servizio che sarà dedicato al Rugby. Certo, il Calcio è una costante…”

Dopo l’unificazione fra Tele+ e Stream gli abbonati di Sky hanno perso in pratica tre tornei del Grande Slam. E’ stata sbattuta la porta in faccia al cosiddetto zoccolo di ex abbonati  Tele+ che si abbonavano principalmente per il Tennis.  Ora, quei tornei, vengono proposti su Eurosport, che pur essendo un ottimo canale non può permettersi certo di coprire tornei con la qualità che faceva Sky. La tendenza sarà che si risparmierà sempre di più sul tennis? “Certo è che il budget di Sky non è illimitato, purtroppo ogni scelta che si fa, di dare spazio ad un evento anziché un altro, risponde a delle logiche.  Sky non vuole né perdere abbonati né tantomeno deluderli. Ovviamente non può permettersi di perdere dei soldi.  Se l’azienda si rende conto che un determinato investimento non sta rendendo  secondo le aspettative quello sport viene tagliato o ne viene tagliata una parte. Avendo Eurosport come partner si è pensato di fare in questo modo”

Ci metta buona parola… “Io mi auguro che gli abbonati di Sky crescano sempre di più e speriamo che ci sia budget per trasmettere tutto il tennis, che è uno sport meraviglioso. Anche perché, io penso, più un determinato sport viene trasmesso con i giusti spazi e più riesce ad appassionare il pubblico e soprattutto il pubblico più giovane dove poter sperare nel campione di domani o anche solamente nel tifoso di domani. In Italia abbiamo visto che dopo un periodo in Italia dove il tennis non è stato trasmesso in spazi adeguati il tennis, abbiamo avuto un periodo corrispondente in cui non abbiamo avuto tanti campioni, soprattutto per il tennis maschile”

Lei segue da vicino il Rugby. Ecco, nell’ambiente del Rugby, sport decisamente maschio, che considerazione si ha di uno sport come il Tennis? “Ma i rugbisti sono in competizione più che con il tennis, che hanno un grande rispetto, con il calcio. Ci sono poi tanti rugbisti che si appassionano al Golf. Negli ultimi anni il tennis è diventato uno sport molto più fisico e da ciò ne consegue che i rugbisti si stanno appassionando molto di più a questo sport”

So che lei ha incontrato negli studi di Sky il nostro Filippo Volandri, come le è sembrato davanti le telecamere? “Mi è sembrato un ragazzo molto carino, disponibile, alla mano,  anche abbastanza riservato.  A livello televisivo l’ho visto bene, secondo me funziona, magari è quello che vuole fare”

Perché è della Lazio? Come nasce questa passione, come è successo? “E’ successo che quando sono diventata tifosa della Lazio, la Lazio stava vivendo un momento magico. Parliamo del periodo ’98, ’99, 2000, la Lazio di Sergio Cragnotti. Tra l’altro il mio primo fidanzato con cui ci sono stata sette anni era della Lazio e mi portava a vedere le partite e mi sono appassionata per questo motivo”

Se lo aspettava questo inizio di stagione? “Devo dire no, non me l’aspettavo. Pensavo che con l’arrivo di Hernanes sarebbe migliorata la Lazio, avevo visto delle cose positive con l’arrivo di Reja nella seconda parte della stagione scorsa, però non mi aspettavo che sarebbero riusciti ad esprimere un gioco così bello ed efficace. Speriamo che duri”

Farà come la Roma lo scorso anno o c’è il pericolo che si sgonfi a poco a poco? “No come la Roma lo scorso anno non credo, ma penso che abbia le qualità giuste per arrivare in zona Champions”

Abbiamo parlato di Lazio, non le chiedo nulla sulla Roma, ma vorrei parlare un pochino di Roma città. Lei è di Roma, quartiere Appio Tuscolano. Mi parli del suo quartiere, mi interessa. “E’ un quartiere che ha dei punti molto popolare come Don Bosco e altri molto più residenziali come la zona dell’Appio Claudio. E’ un quartiere dove ci sono diverse tipologie di persone. Ci sono sei punti molto belli come ad esempio il parco degli Acquedotti dove andavo sempre da bambina a correre o in bicicletta. Ha dei punti meno belli come nella Tuscolana che c’è molto traffico e ci sono i palazzoni molto alti”

E non ci va più a adesso a correre al Parco degli Acquedotti? “No, ci vado più a correre, dovrei… confesso che sono pigrissima. Ah poi un’altra cosa bella ci sono gli studi di Cinecittà…”

A Scuola dove andava? “Alle elementari sotto casa, la scuola si chiamava Salvo D’Acquisto, era una scuola davanti al parco, bianca, piccola”

Le pesa un po’in certe occasioni di essere Tania Zamparo, ovvero una ex miss Italia e soprattutto una bella donna? Formulo meglio la domanda: le capita mai quando va alla mensa Sky, tanto per fare un esempio di percepire il brusio? Le da un po’ di fastidio? “Si, mi ha sempre dato fastidio. Mi ha sempre dato fastidio il fatto di essere una persona che non tiene a come esce di casa e dal momento che si viene notati per il fatto di non essere in ordine mi ha sempre disturbata un pochino. Io non sono una persona che tiene particolarmente di essere super apposto”

Vabbè poi le doti naturali compensano ad eventuali carenze formali “Grazie, però sa, soprattutto per noi donne, quando si è truccate, pettinate e ben vestita fa un certo effetto, c’è una certa differenza”

Lei ha migliorato molto dagli esordi a Sky sport 24. Ci spiega questo percorso? Come ha fatto per diventare così brava? “Ho studiato… Io non mi ero mai occupata di sport per lavoro, ma solo per interesse personale. Diventare competente per poterne parlare in un giornale sportivo è un’altra cosa. Per questo motivo all’inizio ero molto tesa, avevo paura di non dire abbastanza, di non dire le cose correttamente di non ricordare le cose giuste. E’ stato molto difficile all’inizio perché avevo dei colleghi bravissimi, sapevo che per essere a loro livello e non sfigurare vicino a loro era molto difficile. Leggevo tutti i giorni i giornali, la storia dello sport e così è migliorata anche la mia padronanza e autorevolezza. Il timore di non essere all’altezza contribuisce in negativo ovviamente. All’inizio, anche se una cosa la sapevo avevo paura di dirla perché avevo il timore che detta da me suonava male”

Come prepara un Tg? “Leggo i giornali, poi prima di ogni turno facciamo una riunione e dove il materiale raccolto dai giornalisti di tutta Italia viene messo a conoscenza di tutti quanti. Molto importante è il lavoro della redazione che prepara una scaletta che il conduttore ha sottocchio durante il Tg. La scaletta ovviamente cambia e varia a seconda di cosa succede nel momento”

Ci può svelare un aneddoto divertente, non so, un dietro le quinte? “Né sono capitati tantissimi di episodi divertenti, d’altronde facciamo tante ore di diretta. Succede di tutto, ci sono dei momenti in cui c’è bisogno di allentare la tensione sia con il compagno di conduzione sia con l’ospite e lo devi fare entro i tempi che sta andando in onda un servizio o una pubblicità. A me è successo ad esempio che mi venisse da ridere in diretta dopo che avevo scherzato col compagno di conduzione durante la pubblicità. Dopo un po’ abbiamo sdoganato un po’ questo fatto di scherzare, che secondo me è carino perché in fondo siamo un Tg sportivo. Fortunatamente di notizie tragiche ne capitano poche. Così facendo il Tg diventa anche un po’ intrattenimento. Penso che se si desidera trattenere lo spettatore non solo per un’edizione ma un po’ più a lungo lo si deve anche intrattenere ed entrare un po’ in confidenza”

Nelle interviste del passato lei non era affatto disposta ad entrare nella sfera del privato. Vedo che da quando abbiamo iniziato questa intervista ha già nominato tre volte il suo fidanzato. E’ cambiato qualcosa? Ora è più disponibile a parlare del privato? “Io non ho mai utilizzato il gossip per farmi pubblicità, anche se ne mondo dello spettacolo si fa questo e non solo nel mondo dello spettacolo… ci sono anche dei politici che cercano visibilità facendo parlare di se per un motivo o per un altro. E’ un modo di pubblicizzarsi. Lei mi chieda quello che vuole, magari non le rispondo…”

D’accordo ,è’ fidanzata in questo momento? Se si, quando si sposa? “Si sono fidanzata felicemente, quando mi sposo non lo so”

Ma è sempre lo stesso fidanzato che la portava allo stadio a vedere la Lazio? “No, con quel fidanzato siamo stati insieme sette anni”

E’ una tragedia la maledizione del settimo anno “Esatto, poi ci siamo lasciati nel 2002 e adesso sto con un’altra persona con cui sto molto bene e vediamo, c’è in programma di fare qualcosa di importante. Vorrei una famiglia che è stata sempre nei miei sogni per cui. Penso di avere una persona con cui pensare anche a queste cose”

Le chiedo di fare uno sforzo di obiettività. Ai nostri giorni è’ diventato più complicato per un uomo conquistare una donna? “Secondo me no. Io per lo meno ho il problema inverso.  Ho tantissime amiche che non riescono a conquistare degli uomini. Ho tantissime amiche che hanno il problema di trovare la persona giusta o di riuscire a farsi notare dalla persona per la quale hanno perso la testa”

Lei pensa che le donne ora abbiano ambizioni più alte rispetto a venti o trent’anni fa oppure cosa? “No, probabilmente ora siamo semplicemente più attente alla nostra felicità. Di conseguenza sia gli uomini che le donne non si accontentano cercando per se stessi il meglio e soprattutto si arriva a cercare la persona giusta in un’età non più giovanissima. Una volta il primo amore era quello giusto e ci si sposava a diciotto, venti, ventidue anni, era tutto più semplice, a quell’età incontri il primo amore, hai una passione ti sposi e va tutto bene. Oggi si ha il primo, il secondo, il terzo, il quarto e il quinto… e ci si sposa dopo i trenta trentacinque anni”  

E’ consapevole, immagino, di quale sia l’andazzo… rapporti a termine…  E’ consapevole di questo? E da che dipende? “Per le stesse motivazioni che accennavo poco fa. Una volta c’era una morale che teneva coesi anche quando due coniugi erano scoppiati all’interno…”

Perché succedeva questo? “Perché non c’era il divorzio, perché c’era un controllo sociale che oggi non c’è più. Adesso il divorziare è stato sdoganato, anche dal punto di vista sociale, non è più una disgrazia essere e dire che si è divorziati. Quindi, quando non si è contenti si divorzia. Sicuramente prima c’erano tanti rapporti di tante persone che si vedevano costretti a stare insieme per facciata o perché non c’era il divorzio e magari vivendo una vita infelice”

Ma per lei è meglio adesso? “Sicuramente è meglio adesso. Chiaramente ora aumenta la responsabilità, quando si cerca un compagno o una compagna bisogna cercare di fare in modo che sia quello giusto per non stare male dopo”

Le viene il dubbio a volte che proprio per il fatto che lei è famosa, bella eccetera, possa non avere una visione reale di quello che sono le altre persone? Come fa a rimanere in contatto col mondo reale? “Allora, io, mi sono sempre ritenuta estremamente fortunata nella mia vita. Ho avuto tante fortune e sono stata molto felice. Quando non sono stata felice ho lottato per superare il momento negativo e superare le difficoltà. Ho avuto dei momenti nella mia vita in cui sono stata circondata da persone che tendenzialmente mi agevolavano e mi dicevano sempre di si più facilmente che ad altri e ringrazio gli amici e le amiche che in quei momenti me l’hanno fatto notare aprendomi gli occhi, anche facendomi soffrire. Mi ricordo perfettamente quegli episodi, uno in particolare nel giorno del mio compleanno nel 2002 una mia carissima amica mi disse tu non ti accorgi che sei viziata. Sei viziata dalla gente, cheti dice sempre di si, è accondiscendente”

Ai nostri tempi conta più l’apparire o l’essere? “Contano tutte e due le cose e purtroppo l’apparire sta diventando sempre più predominante in questa società sempre più consumistica”

Ma lei all’apparire ci associa anche l’avere? “E’ inevitabile. Tante persone oggi danno molta importanza all’apparenza e al lato economico. Credo fosse così anche in passato, ma in questo tipo di società estremamente consumistica basata sui mercati e basata sul consumo, dove sei prima un consumatore che una persona, sta diventando molto importante quello che hai e come appari”

Roma una città che soffre più di Milano dal punto di vista sociale oppure no? “Penso che Roma sia una città congestionata, tante delle difficoltà che si hanno e che hanno i romani è che si fa fatica a fare anche la cosa più semplice. Prendere la macchina o i mezzi pubblici e andare al lavoro è già uno stress di per se. La città è satura di gente. D’altronde è una delle città più belle del mondo… è normale che tutti ci vogliono andare in tanti”

E come rapporti umani invece, le sembrano più veri a Milano oppure a Roma? “Io credo che non si possa generalizzare. Io ho trovato persone eccezionali sia Roma che a Milano, persone sgarbate e maleducate a Roma e persone sgarbate e maleducate a Milano. Una cosa che ho notato è che il milanese è un po’ più formale quando inizia un rapporto però è anche più schietto, nel senso che preferisce dirti di no se è necessario. Per un romano sentirsi dire di no è terribile, invece a volte bisogna anche saperlo fare. Il milanese mantiene la promessa, mentre il romano ha paura di dire di no e ti fa soltanto perdere tempo. Il romano è più confidenziale, rompe il ghiaccio più facilmente del milanese, è meno formale”

Che fa nel tempo libero? “Cerco di tenermi in forma, vedo molta televisione, faccio qualche passeggiata, vedo gli amici, le amiche, il mio fidanzato e la famiglia”

La nazionale di Rugby è molto amata dagli appassionati, però i risultati non arrivano. Come spiega questo fenomeno?“Perché il Rugby è uno sport dove si guarda tanto al risultato e né tantomeno si guarda all’errore arbitrale. Si guarda al divertimento, allo sport, allo spirito che viene messo in campo e al divertimento nel seguire la partita e dopo, nel terzo tempo… E’ uno sport che non vive soltanto di risultati ma vive a prescindere da questi. Dobbiamo capire anche che il Rugby in Italia è uno sport che sta crescendo pian piano e non ha una grande tradizione come in altri paesi, per cui sta facendo dei passi avanti. Nel sei nazioni siamo entrati soltanto nel duemila e da allora sono arrivati tanti risultati e tante vittorie. Anche la Francia per avere i primi risultati ci mise tantissimi anni, anche più di noi. Adesso è una squadra fortissima e hanno fatto anche un ottimo lavoro di marketing. Serve anche supportare uno sport dal punto di vista della popolarità. Tutto questo da noi sta cominciando piano piano a prendere piede, ma ci vuole tempo.”  

Cosa manca secondo lei alla nazionale per ottenere finalmente qualche risultato? “Stanno arrivando, stanno arrivando i risultati. Credo che manchino i giovani che vogliono fare tutti quanti i calciatori e non i rugbisti. La cosiddetta materia prima migliore si rivolge al calcio. I ragazzi scartati dal calcio o quei pochi a cui non interessa il calcio allora si interessano al rugby” 

Nel Rugby si dice che c'è tanto fair play, ma è proprio così? “Secondo me si, c’è. Allora, nel Rugby magari si ammazzano, in campo se ne danno di santa ragione, però finita la partita finisce li. Non ci sono tutti i rancori e le discussioni che ci sono nel calcio” 

Va bene, ma capita che si danno anche i morsi “Ma quello fa parte dello sport… anzi prima, quando non c’erano le telecamere si davano delle belle gomitate nello stomaco e le dita negli occhi, ma questo si sa. Poi usciti dal campo si davano la mano e si bevevano la birra insieme ed era finita li” 

Cosa le piace e cosa non le piace di questo sport? “Mi piace lo spirito che ha questo sport ed il fatto che ci sia fair play, mi piace il fatto che sia uno sport alternativo al calcio che in Italia se ne fa troppo l’indigestione. Cosa non mi piace: forse che molte azioni di gioco non si capivano e questo succedeva soprattutto in passato, specie quando i giocatori stavano tutti sulla palla. Adesso con le nuove interpretazioni il placcatore deve rotolare via immediatamente e questo rende più leggibile l’azione di gioco. Di conseguenza è diventato uno sport più veloce grazie anche a questa nuova interpretazione delle regole e più facile da capire anche dagli spettatori” 

Quindi lei mi sta dicendo che ha avuto qualche difficoltà all’inizio di capire le regole? “Ma non è che non le capivo solo io, anche il più esperto, con l’interpretazione delle regole che c’erano prima era in difficoltà a capire. Ora si capisce esattamente dove sta il pallone, chi lo prende e chi non lo prende.” 

  

Con la visibilità che Sky sta dando a questo sport si riuscirà ad aumentare l'interesse a tutto il movimento. Oppure ci sarebbe bisogno anche di altro? “E’ un processo lento, i risultati si vedono nel giro di almeno tre anni, non si può pretendere che nel giro di un anno e mezzo di raccogliere i frutti di questa visibilità che Sky sta dando. Inizieremo a vedere la risposta degli italiani fra tre o quattro anni e vedremo se il lavoro di Sky porterà i suoi frutti”

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